La Flottiglia “Global Sumud” e il Suo Sistema di Telecomunicazioni
- Telecomunicazioni e Dati
- 2 ott
- Tempo di lettura: 6 min
Cos’è la Global Sumud Flotilla?
La Global Sumud Flotilla è un convoglio internazionale di oltre 40 imbarcazioni civili partito a fine agosto 2025, con a bordo circa 500 persone tra parlamentari, avvocati, attivisti e persino la giovane ambientalista Greta Thunberg. L’obiettivo dichiarato è infrangere il blocco navale imposto a Gaza, consegnando aiuti umanitari (cibo e medicine) alla popolazione. Il termine “Sumud” in arabo significa “perseveranza” o “resilienza ostinata”, un valore culturale palestinese che riflette lo spirito di resistenza non-violenta alla base di questa iniziativa. La flottiglia rappresenta infatti un’azione di solidarietà globale: un viaggio pacifico e simbolico per attirare l’attenzione mondiale sulla crisi umanitaria a Gaza e rivendicare l’apertura di corridoi umanitari.

Come comunica la Flottiglia in mare aperto?
Coordinare decine di barche in alto mare e condividere la missione con il mondo richiede soluzioni di telecomunicazione robuste. Ecco i principali sistemi utilizzati dalla Flotilla per restare connessa e operativa:
• Internet via satellite: La flottiglia ha adottato terminali satellitari di nuova generazione per ottenere connessione Internet anche in mezzo al Mediterraneo. In particolare, si parla dell’utilizzo di Starlink, il servizio satellitare a banda larga di SpaceX, che fornisce connettività ad alta velocità praticamente ovunque. Questo ha permesso ai volontari di trasmettere video live stream direttamente dalle imbarcazioni – con telecamere a bordo che inviavano immagini in diretta, verificate dai media – così da documentare in tempo reale la traversata ed eventuali incontri con le autorità.
· Radio marittime (VHF): Ogni imbarcazione è connessa alle altre tramite le classiche radio VHF navali. Queste radio permettono comunicazioni a corto raggio tra le barche per coordinare le rotte, segnalare problemi di navigazione o emergenze di sicurezza. Il linguaggio radio standardizzato e le frequenze dedicate (es. canale 16 VHF per chiamate di emergenza) sono elementi fondamentali per mantenere l’ordine in una flottiglia così numerosa.
· Tracciamento GPS/AIS: Per motivi sia organizzativi sia di trasparenza, la posizione delle barche viene tracciata costantemente. Gli organizzatori hanno reso disponibile un tracker online sul sito ufficiale, dove chiunque poteva seguire il progresso del convoglio su una mappa in tempo (quasi) reale. Questo sistema sfrutta il segnale GPS di bordo e probabilmente il sistema AIS (Automatic Identification System), usato in ambito marittimo per trasmettere via radio la posizione e rotta delle navi. Grazie a questi dati, il pubblico e i media hanno potuto monitorare la Flotilla durante il viaggio, almeno finché il segnale è rimasto attivo.
· Aggiornamenti sui social media: Oltre ai canali tecnici, la Flotilla si è affidata molto alle piattaforme social per diffondere notizie e mantenere il contatto con i sostenitori. Era attivo, ad esempio, un canale Telegram ufficiale e profili su X/Twitter e Instagram per pubblicare comunicati, video e foto dal mare. Emblematico è il fatto che tra le imbarcazioni ci fosse una barca dedicata ai giornalisti, con decine di reporter internazionali a bordo, nata proprio per “sfidare il blackout mediatico” intorno a Gaza tramite collegamenti e reportage in diretta. In pratica, la Flotilla ha voluto trasformare ogni telefono satellitare e ogni antenna a bordo in uno strumento di testimonianza e pressione mediatica globale.
Interferenze, blackout e sicurezza delle comunicazioni
Garantire le comunicazioni in un contesto così delicato non è stato privo di sfide. La sicurezza delle telecomunicazioni è diventata una preoccupazione concreta man mano che la flottiglia si avvicinava a Gaza, soprattutto per il rischio di interferenze intenzionali. Ed effettivamente, durante le fasi cruciali, si sono verificati episodi di blackout e disturbi:
· Jamming e blocco dei segnali: Gli organizzatori hanno denunciato che nelle ultime ore di navigazione le comunicazioni della Flotilla sono state deliberatamente disturbate da forze esterne. In particolare, la mattina del 1° ottobre, a circa 70 miglia nautiche da Gaza, i segnali radio e il flusso video in diretta sono stati “oscurati” e resi inaccessibili. In pratica, i volontari si sono ritrovati isolati: “live-stream e comunicazioni tagliate”, come ha riportato la Flotilla stessa tramite un messaggio sui social, e l’esito dell’intercettazione è rimasto incerto per diverse ore. Questo tipo di jamming (disturbo intenzionale) ha probabilmente coinvolto sistemi elettronici di contrasto da parte della marina israeliana, capaci di mettere fuori uso sia le radio VHF sia le comunicazioni satellitari nell’area. È una tattica nota nelle operazioni militari, impiegata qui per impedire alla Flotilla di trasmettere all’esterno immagini o chiamate di soccorso durante l’abbordaggio.
· Un curioso blackout globale: Un fatto tecnologico interessante riguarda proprio Starlink. Qualche settimana prima, durante una missione preliminare (la barca “Handala” della Freedom Flotilla Coalition salpata a luglio 2025), si è verificato un blackout mondiale di Starlink mentre l’imbarcazione era in navigazione. Per circa due ore la nave ha perso la connessione Internet, proprio mentre venivano avvistati droni sconosciuti nei paraggi, facendo temere il peggio all’equipaggio. In seguito, Starlink ha confermato che si era trattato di un problema tecnico a livello globale poi risolto in poche ore. Gli attivisti hanno definito la coincidenza “insolita” – sottolineando come “non è la prima volta che Elon (Musk) collabora con Israele” – ma in questo caso pare che il disservizio non fosse intenzionale. Resta il fatto che l’episodio ha mostrato i limiti di dipendere da un unico sistema: anche le tecnologie più avanzate possono avere momenti di down, mettendo a rischio la continuità delle comunicazioni proprio nei momenti critici.
Fortunatamente, nonostante questi ostacoli, la Flotilla è riuscita a portare avanti la sua azione non violenta fino all’intercettazione finale. Le ultime trasmissioni prima del silenzio radio hanno mostrato i soldati israeliani salire a bordo di alcune navi in piena notte, con i passeggeri che – ben visibili grazie alle telecamere di bordo – si erano seduti in cerchio con i giubbotti di salvataggio e le mani alzate in segno di resa. Quelle immagini in diretta streaming hanno fatto il giro del mondo, proprio grazie al sistema di telecomunicazioni predisposto dalla Flottiglia fino a quel momento.
Cultura, informazione e importanza di connettere il mondo
L’esperienza della Global Sumud Flotilla mette in risalto quanto cultura e informazione viaggino sulle infrastrutture tecnologiche. Iniziative umanitarie e civili di questo tipo, oggi più che mai, dipendono da reti di comunicazione affidabili per poter condividere la loro storia e sensibilizzare l’opinione pubblica. È un potente esempio di come la trasformazione digitale abbia abilitato nuove forme di attivismo globale: una volta erano le radio amatoriali a far filtrare notizie da scenari di crisi, ora sono i satelliti in orbita bassa e lo streaming su piattaforme social a rompere censure e silenzi.
Questa vicenda ci ricorda anche un principio fondamentale nel nostro campo: senza connettività non c’è né voce né sicurezza. Garantire linee di comunicazione stabili e resilienti non è solo un fatto tecnico, ma un presidio di diritti e di libertà – dalla libertà di informare ed essere informati, alla sicurezza delle persone coinvolte. Per chi, come noi di Telecomunicazioni e Dati (TelecomTD), opera quotidianamente nel settore ICT, storie come quella della Flotilla ribadiscono l’importanza di progettare soluzioni di rete su misura che sappiano resistere anche nelle condizioni più estreme. Che si tratti di aziende che necessitano di connessioni sicure per la propria trasformazione digitale, o di missioni umanitarie che solcano il mare in cerca di giustizia, la cultura della comunicazione resta il motore che unisce e tutela le comunità in ogni angolo del mondo. E la tecnologia – se usata con competenza e visione – può davvero fare la differenza nel mettere in risalto cultura e informazione, amplificando le voci e collegando luoghi lontani lì dove conta di più.
Osservazioni dal settore ICT
Dal punto di vista tecnico, la missione Global Sumud ha evidenziato come la resilienza delle telecomunicazioni sia un fattore determinante in operazioni civili ad alto rischio. La capacità di trasmettere dati, immagini e posizioni in tempo reale non è solo una questione di efficienza, ma di protezione delle persone e documentazione degli eventi.
Come osservatori nel settore ICT, in TelecomTD riteniamo che la progettazione di reti per scenari critici debba basarsi su:
Ridondanza e diversificazione dei canali
Protezione contro interferenze e attacchi elettronici
Accessibilità decentralizzata per la diffusione dell’informazione
La vicenda della Flottiglia ci ricorda che la connettività è oggi un presidio di diritti civili, e che ogni nodo di rete può diventare un punto di resistenza, testimonianza e memoria.
Fonti:
· Reuters – “Israel intercepts 39 aid boats heading for Gaza...”, 2 ottobre 2025
· Reuters – “Italy to end support for Gaza flotilla as Israeli action looms”, 30 settembre
· 2025 Dawn News – “Flotilla’s vessel... illegally intercepted by Israel”, 2 ottobre 2025
· Anadolu Agency – “‘Handala’ resumes Gaza aid mission after blackout”, 25 luglio 2025
· Freedom Flotilla Coalition – Comunicato stampa, 30 settembre 2025
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